SP.A.

Attraverso il confronto collettivo sviluppatosi nei vari incontri e mercatini al Forte Prenestino, è emersa l’esigenza di uno spazio specifico dove sia possibile far circolare prodotti, idee, saperi e servizi tra realtà affini.

Quest’esigenza nasce soprattutto dai piccoli produttori non inglobati al mercato, che trovano difficoltà a proporre i propri prodotti così come per i fruitori a garantirsi la continuità della distribuzione.

Per questo e non solo bisogna fermare, con ogni mezzo, il processo di estinzione del mondo contadino diffondendone la cultura e rivalutando il lavoro e la produzione di chi sta sulla terra.

I moderni sistemi di consumo si basano sullo sfruttamento delle risorse umane e ambientali, i consumi sono sfrenati e incondizionati. La produzione esiste sempre più in funzione di se stessa, come processo che si autoalimenta e non in funzione delle necessità fondamentali delle persone.

In direzione opposta e col chiaro intento di mettere in discussione il sistema economico vigente vi sono già esperienze positive come: coop di lavoro, centri socio-culturali, sperimentazioni abitative di tipo collettivistico in città e in campagna.

Alcune persone che già fanno parte di questi progetti, sentono la necessità di affiancare ad essi, un luogo che abbia la specificità di distribuire prodotti senza che vi sia speculazione e che, in linea generale, diventi un punto di contatto e di stimolo per le varie esperienze, affinché possano collaborare e rafforzarsi. Lo SPA (spaccio popolare autogestito), non solo mera vetrina di merci e servizi, nè una operazione di creazione di un marchio, nè tantomeno una nicchia di mercato alternativo, ma un Laboratorio permanente dove gli individui oltre che dialogare tra loro, diano voce e forma a percorsi di liberazione.

 Per questo lo SPA dovrà rimanere uno strumento autonomo e libero da ogni forma di  gerarchia e di sfruttamento e che fonda le proprie decisioni e azioni su base assembleare ed egualitaria. Per l’attuazione di questo percorso lo SPA di doterà di ogni strumento e pratica per renderlo fattibile quanto prima, il mutuo appoggio, una agenzia/laboratorio per l’autogestione che su base locale funzioni da punto di raccordo fra le varie realtà, mettendo in comune e facendo circolare prodotti ed esperienze, non ultimo le varie reti di cooperazione e scambio per dar vita ad un circuito di persone che intendono far decollare una economia di piccola scala, in cui è fondamentale la relazione e l’azzeramento del profitto.

 La sperimentazione di una agricoltura in partenariato: questo modello di cooperazione al sistema di produzione impegna reciprocamente produttori e consumatori e serve a sviluppare e rafforzare le piccole economie locali che garantiscono l’espressione di una società diversa e il senso della responsabilità collettiva di cooperazione finanziaria. La copertura delle spese di produzione ed il reddito immediato per chi produce sono fattori determinanti per le basi di una equonomia stabile e compatibile con i bisogni primari di tutti.

Sarebbe auspicabile sperimentare quanto prima anche altri strumenti come spazi di gratuità dove cose ormai inutili per alcuni servono ad altri, sviluppando quindi il principio del dono, poi la proprietà d’uso, (le cose appartengono a chi le usa) per azzerare la proprietà privata e quella intellettuale.

Si tratta in sostanza di costruire un percorso insieme ad altri, anche molto diversi, accomunati dalla volontà di destrutturare dal basso