11 Maggio 2014 – Leandro di Tivoli

Il giorno 11 maggio 20114 si è svolta la visita congiunta del connettivo Terraterra(  Sabina/Lazio sud orientale )nel percorso sperimentale della Certificazione Partecipata a Leandro di Tivoli e

Erano presenti:

Produttori e trasformatori di Tt: Elena, Rosa, Mario

Consumatori: Fabio (Palestrina), Barbara (Ciampino), Lidia (Cave)

Leandro mi è sembrato una persona piena di entusiasmo, ha un bellissimo uliveto, con diversi tipi di cultivar, che mi pare necessità una reimpostazione per quello che riguarda la potatura di produzione. Abbiamo anche visto un ’orto familiare ben impostato con 70 piante di pomodori, insalate, ecc. Ho tuttavia, notato un evidente incongruenza tra la superficie dichiarata nella scheda di autocertificazione (300mq) e quella verificata sul posto (90 mq per eccesso). Abbiamo assaggiato degli ottimi trasformati : torte, marmellate,verdure sottolio. Il luogo di trasformazione, la cucina familiare appare igienicamente adatta e spaziosa, mi ha lasciato un po’ perplesso il metodo di conservazione (tindalizzazione) di cui non avevo mai sentito parlare. Sull’origine dei trasformati abbiamo ribadito a Leandro, palesemente un produttore e trasformatore di fatto, che le materie prime bisogna in parte produrle ed una volta finite reperirle all’interno del circuito dei produttori Terra terra. Suggerisco che in occasione della presentazione alla riunione generale di Leandro la questione dell’origine delle materie prime venga ripetuta ulteriormente.

                                                                                                                                                                 Mario apicoltore Tterra Lazio SO

 

Come immaginavo, essendo io originaria di Tivoli, arrivando a casa di Leandro ho scoperto di conoscere sia lui (di vista) che la figlia Vera (meglio), produttrice dei liquori con le erbe aromatiche del giardino. Vera frequenta circoli politici affini e credo sia anche amica di Bakunino, perché entrambi legati alle attività dell’Improbabile di Sambuci. Vera è dovuta uscire al nostro arrivo per lavoro, non potendoci parlare direttamente dei liquori, che invece Leandro ci ha poi fatto assaggiare. Leandro ci illustra l’orto, effettivamente molto più piccolo di quanto indicato nella scheda. Anche le rese di cui parla sembrano eccessive ma si dovrebbe vedere in produzione e non in questa fase iniziale di crescita per valutare. Comunque, una volta soddisfatto il fabbisogno familiare, si tratta di un orto dal quale non si potranno produrre grandi quantità di verdure da vendere, impossibile più di 2 cassette a settimana. Si può pensare forse di ricavarne qualche conserva in più nei periodi estivi ma dubito più di questo. Leandro afferma di utilizzare come antiparassitario il macerato di tabacco -preso dai sigari- e di trattare le piante se necessario con il rame un massimo di 2 volte al mese. Ci mostra poi l’uliveto, volutamente potato una volta ogni 3-4 anni e non annualmente. Gli alberi comunque non presentano una gran quantità di fischioni nonostante la folta chioma, mentre i polloni alla base vengono tagliati annualmente. La fioritura risulta piuttosto scarsa, escluso qualche albero al contrario molto carico. Ci illustra qualcuno dei cultivar presenti, e qualche innesto. Ci mostra poi la fossa a dispersione, alla fine dell’uliveto. In casa, ci mostra la sua pasta madre e ci offre pane delle torte molto buone fatte da lui, con forno elettrico e farina prevalentemente del molino Conti di Castel Madama. A proposito delle farine si apre una discussione sulla reperibilità all’interno del circuito tT, che lo interesserebbe. Riguardo la reperibilità dei prodotti, si apre un altra questione più delicata: Leandro ci chiede come fare a procurarsi la frutta per fare le marmellate per il primo mercato. Cerchiamo di comunicargli che non è questo lo spirito dei nostri mercati, che le marmellate per noi sono l’unica maniera di non mandare sprecato il surplus di frutta dei nostri alberi in estate, e che “comprare frutta per trasformarla” non ha molto senso all’interno di un’associazione che nasce anche per dare possibilità ai contadini di smaltire le eccedenze. Se poi, iniziando a frequentare i mercati, Leandro vorrà mettere a disposizione la propria mano d’opera per smaltire le eccedenze di qualche produttore di fresco in estate, ben venga iniziare collaborazioni e percorsi condivisi, ma non è che ora deve cercare di raccattare frutta perché gli servono marmellate per i mercati. Il confine può sembrare sottile, ma c’è, e non è così sottile. Già nella scheda comunque Leandro chiariva di voler acquistare all’interno del circuito la frutta da trasformare quindi concordo con Mario che dovremmo affrontare la questione in assemblea perché ancora non è affatto chiara neanche tra noi la questione dei trasformatori puri. Altro punto da discutere è la questione delle conserve salate: Leandro ci parla di “tindalizzazione”, metodo che consiste in 3 bolliture a distanza di 24 ore l’una dall’altra, per permettere l’eventuale sviluppo in batterio delle spore e la successiva eliminazione tramite le bolliture successive. Gli spiego che le uniche 2 maniere ”casalinghe” (cioè senza sterilizzatrice a 120 gradi) sicure consistono nel creare un ambiente non favorevole allo sviluppo del botulino: 10 % di sale, ph minore di 4.5. Che io sappia tutte le altre sono accortezze ben accette ma non sono garanzie. SE QUALCUNO PUÒ CONTRADDIRMI LO FACCIA, È IMPORTANTE AFFRONTARE COLLETTIVAMENTE LA QUESTIONE! Comunque Leandro mi è sembrato per il resto abbastanza ferrato, e cosa più importante trasparente nelle intenzioni, credo quindi che le problematiche siano sorte più per scarsa conoscenza di alcuni argomenti specifici che per cattiva fede. Per molti anni ha fatto l’apicoltore ed il resto dei lavori agricoli credo fossero di contorno.

                                                                                                                                                           Elena, produttrice e trasformatrice di terraTerra

Il luogo mi è piaciuto molto anche l’orto e l’attenzione per le piante officinalis. Era presente anche un uliveto, alcune piante erano in fiore tante altre no.  Se ho capito bene tutto viene seguito da Leando ma non capisco perchè alcune schede sono intestate ad una donna.  Rifacendomi di nuovo alle schede trovo delle differenze tra le dimensioni reali del terreno e quelle dichiarate nella scheda, e credo che l’orto sia sufficiente solo per il proprio bisogno personale per cui non credo ci sian esuberi da poter vendere ai mercati.  I prodotti da forno  ben fatti e molto buoni,  le marmellate ed altri traformati pure ma a quanto pare devono rifornirsi di tutto, farine uova frutta quindi trasformatore assoluto senza nessuna materia prima.

                                                                                                                                                                      Rosa di terraTerra, saponi e cosmetici

 

La giornata inizia con appuntamento alle 9.30 alla stazione di Marcellina poco distante dal centro di Tivoli. Siamo in pochi e abbastanza puntuali, il tempo di aspettare qualcuno che arrivi in treno e subito si parte per raggiungere la prima destinazione il terreno /abitazione di Leandro, che incontriamo lungo la strada principale. Entriamo in una traversa percorriamo una strada sterrata che costeggia la ferrovia e dopo poco siamo a casa di Leandro Il terreno si trova a ridosso della linea ferroviaria. Quello che si presenta alla nostra vista è una sorta di giardino in cui alcuni pezzi di terreno sono stati messi a coltura di ortaggi; adiacente c’è un grande oliveto. Leandro aveva indicato in circa 300 mq la superficie dell’orto ma a nostro avviso la metratura destinata all’orto è nettamente inferiore: possiamo parlare di 3/4 aiuole di dimensioni 3m x 6m. Le aiuole sono molto curate e ordinate. Le indicazioni di Leandro sulla scheda precompilata, sulla quantità di prodotti che possono realizzarsi, possono essere a nostro avviso attendibili. Leandro ci fa notare alcune colture in vaso con l’utilizzo di materiale da riciclo. Vasi ricavati da recipienti in plastica per la conservazione delle olive in salamoia . Orgoglioso ci mostra due pile di pneumatici nei quali ha messo a coltura delle patate….abbiamo dei dubbi sulla salubrità di questa pratica. Poi passiamo nell’oliveto adiacente. Ci parla di una annata non molto favorevole per la produzione di olive. Gli olivi sono molti e potenzialmente potevano produrre di più. L’ipotesi che viene avanzata per questa scarsa produzione è una poca cura delle piante in termini anche di potatura. Pensiamo che sia un vero peccato non utilizzare le potenzialità di questo oliveto. Leandro ci ospita poi in casa dove oltre al caffè ci offre alcuni dei prodotti che vorrebbe vendere : Il pane, torte, alcuni liquori e marmellate. Assaggiamo il pane e due torte. Eccezionale a nostro parere la torta al cioccolato. Senz’altro buoni il pane e la torta di mele. Una considerazione per la produzione di marmellate: Leandro produrrebbe marmellate con frutta non propria, che acquisterebbe da produttori. Ci sembra una pratica poco conveniente e non molto in linea con l’associazione. Invece pensiamo che potrebbe valorizzare maggiormente le risorse che possiede quali l’oliveto.

                                                                                                                                                   Barbara e Fabio (consumatori Ciampino /Palestrina)

​Prima tappa da Leandro (Teodori) poco distante la stazione. Leandro si è presentato come produttore e trasformatore molteplice. Cominciamo dall’orto che si presenta molto bello esteticamente, grandi aiuole ben curate ricche di tante piantine di stagione in crescita. Il terreno ci ha spiegato è roccioso e lui, ma la scheda è a nome di Maria Teresa che credo sia la moglie, ha ricavato dei quadratoni dove la pietra lo permette e ha impiantato l’orto. La discrepanza che salta subito all’occhio è la superficie coltivata che Leandro nella scheda indica di 300 mq. in realtà sono coltivati non più di 100. Anche se non sono esperta mi domando come faccia ad indicare nella scheda delle quantità medie prodotte così alte.  Usa letame per concimare e prodotti naturali come antiparassitari e l’acqua per irrigare la prende dal pozzo. Le piantine o semi sono, a suo dire, biologici certificati o provenienti da circuiti alternativi. I trasformati: tanti, forse troppi per poter garantire una gestione corretta della filiera. Si è parlato della difficoltà di reperire le farine, ma parlando di conserve a Leandro ‘sfugge’ che per prepararsi per il primo mercato di t/T comprerebbe la frutta da un mercato qualsiasi.  La consapevolezza è il risultato di un percorso in cui conta molto il confronto con altri che sono già avviati su quel cammino. Sono certa che Leandro potrà affinare le sue conoscenze e far fruttare al meglio le sue competenze nella condivisione con la comunità di t/T.

                                                                                                                                                                                                Lidia Consumatrice di Cave