Questo GC è stato quello della consapevolezza e dell’idea che solo condividendo e mettendoci insieme si può avere più forza e maggiore speranza di successo. Questa idea si è diffusa già durante il dibattito di venerdì, proseguendo poi nei gruppi di lavoro della giornata di sabato. Il mercato di domenica non ha fatto altro che favorire gli scambi culturali e le sinergie messe in moto nelle giornate precedenti, allietati, come sempre dalla musica e dai balli di origine Partenopea e non solo.
Il discorso sulla cooperazione viene introdotto dal ricordo del decimo compleanno di Campi Aperti, ma ho trovato particolarmente bella ed interessante l’esperienza di condivisione tra i produttori di cotone Brasiliani e aziende tessili del Nord Italia così come l’esperienza che si sta svolgendo in Argentina e di cui veniamo a conoscenza tramite un collegamento via skype.
Mille famiglie organizzate in sei comunità nel nord Argentina hanno deciso di riprendere la terra e lavorarla senza sfruttarla chimicamente, senza utilizzare derivati del petrolio, né arsenico, così da avere solo prodotti biologici.
Vendono i loro prodotti al mercato municipale costituendo così una rete chiamata Ponte che mette in comunicazione la parte rurale della regione con la città. Riforniscono le famiglie a domicilio e portano i loro prodotti anche nelle scuole.
Importantissimo il lavoro delle donne che curano la distribuzione ma anche la pubblicità del loro prodotto che non abbia però solo il fine della vendita, ma che possa anche diffondere l’idea che sia importante poter mangiare un cibo sano e regionale. Grande importanza riveste anche il loro progetto di potersi mettere in competizione con la grande distribuzione.
Interessante e tutta da scoprire l’esperienza Francese di Terre De Liens, anche se non nascondo che solleverà dei dubbi con cui il tavolo di lavoro avrà a fare i conti.
TDL è’ una organizzazione che nasce tra il ’90 e il 2000 dall’incontro tra i GAS , una economia popolare e le organizzazioni ecologiche per rispondere all’esigenza di sviluppare una agricoltura sostenibile a km 0.
Tenendo come punto fermo il principio che la terra non è una merce da investimento, ma un fondamento del vivere, mette in connessione chi è in cerca di appezzamenti da lavorare, con chi ha a cuore il proprio territorio e che anche con l’impiego di piccole somme fa sì che questo territorio venga preservato. Importantissimo il lavoro di sensibilizzazione di una vasta rete di volontari che fanno sì che ciò possa realizzarsi.
I progetti che TDL decide di sovvenzionare trasformano gli “aspiranti” contadini in locatari di quel terreno il cui affitto sarà destinato al mantenimento dell’associazione, al pagamento di tutte le spese legali per l’acquisto e al pagamento dello stipendio delle uniche due persone che non lavorano volontariamente per l’associazione stessa.
Maggiori dettagli di ciò che è Terre De Liens si possono trovare sul sito http://www.terredeliens.org/spip.php?page=accueil.
Riporto anche i link del materiale inviato al gruppo di Accesso alla terra da Veronique di TDL, il primo è un manuale in cui vengono spiegati funzionamento e principi di TDL ai nuovi dipendenti, il secondo è destinato agli “ambasciatori”, ovvero i volontari che partecipano agli incontri con i cittadini, i consumatori e gli azionisti per istruirli e sensibilizzarli sull’argomento.
http://dl.dropbox.com/u/34459430/Tdl%20interne/Livret%20ambassadeur_2009.pdf.
Inoltre è possibile leggere nel post http://terraterra.noblogs.org/post/2011/11/02/da-gc-bologna-settottobre-2011-accesso-alla-terra/ il resoconto fatto da Simone del neonato gruppo di Accesso alla Terra.
E’ stato interessante anche ascoltare l’intervento di Cristina Cicco che ha fatto parte della delegazione italiana del CISA , comitato internazionale per la sovranità alimentare.
Ripercorre la storia del CISA con due tappe regine, la prima nel 2007 in Mali, quando viene definito il principio di sovranità alimentare, indicandone come simbolo una donna del Mali chiamata Nyeleni. Si dice che la Sovranità alimentare è il diritto dei popoli a un cibo salubre, culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici, in forza del loro diritto a definire i propri sistemi agricoli e alimentari.
Tale dichiarazione pone l’attenzione su cinque macro progetti utili al raggiungimento della sovranità alimentare.
- I modelli di produzione (agro-ecologia, energia, clima, OGM, biodiversità).
- Mercati/organizzazione di filiere alimentari e di catene alimentari (il dominio delle corporations nella filiera alimentare, i mercati locali, la speculazione alimentare, l’agro-mafia, la solidarietà).
- Condizioni di lavoro/aspetti sociali (i lavoratori agricoli e migranti, reddito, salute, accesso al cibo).
- L’accesso alla terra e alle altre risorse (insediamento di giovani agricoltori e relativo finanziamento, acqua, semi).
- Politiche pubbliche (PAC e sviluppo rurale, le politiche per la pesca, l’energia e il commercio, etc.).
La nota importante da sottolineare è come il concetto di sovranità alimentare sia molto più interiorizzata dai paesi del Sud del mondo rispetto a quelli del Nord che sono considerati più ricchi.
La seconda tappa importante è l’agosto del 2011 quando viene organizzato in Europa il primo forum europeo sulla sovranità alimentare
Una serie di interventi riporteranno il discorso su come si possa affrontare una lotta alla grande distribuzione e come si possa diffondere il concetto di importanza del lavoro della terra. Entrambi possono avere un significato se le piccole realtà accettano di creare una rete di cooperazione e se i GAS accettano e si propongono anche come cooproduttori e diffusori di un consumo alimentare più critico.
Perché è’ vero che il mercato contadino innesca un meccanismo opposto alla globalizzazione permettendo una “riterritorializzazione” delle produzioni, però non è il mercatino da solo che possa scardinare il sistema delle multinazionali e della grande distribuzione. Piuttosto la sensibilizzazione della gente comune che va sostenuta nel consumo critico. L’opera di sensibilizzazione può rimettere in collegamento la campagna con la città per creare una nuova forma di economia superando la precarietà generalizzata del momento. La nuova forma di economia si può creare solo attraverso una organizzazione all’interno della quale i produttori siano supportati dalle specificità culturali e professionali dei cittadini.
Durante la giornata di sabato sono stati organizzati, diversi tavoli tematici, molto interessanti, riguardanti la banca delle sementi, l’organizzazione dei mercati (http://terraterra.noblogs.org/post/2011/11/03/da-gc-bologna-settottobre-2011-%E2%80%93-organizzazione-dei-mercati/), l’autocertificazione partecipativa, ( http://terraterra.noblogs.org/post/2011/11/03/da-gc-bologna-settottobre-2011-autocertificazione-partecipata/ ) ciascuno di essi ha dato origine, così come quello riguardante l’accesso alla terra, ad intenti di informazione e partecipazione futura.
In particolare il gruppo nato dal tavolo dell’accesso alla terra ha deciso di rimanere in comunicazione con la creazione di una mailing list.
Per finire non possiamo che ringraziare i compagni di Campi Aperti per la loro disponibilità e per lo splendido spazio messo a disposizione, nonché per l’ottimo cibo.