Comunicato della delegazione italiana sull’appello di Ocalan per la sospensione dello sciopero della fame dei detenuti politici
Dal 12 settembre 2012, 700 detenuti politici in 70 carceri, hanno dato il via al più grande sciopero della fame ad oltranza della storia della Turchia; dal 5 novembre, a loro si sono uniti circa 10 mila detenuti politici.
Questa lotta ha trovato una grande solidarietà nel Paese ed in Europa, dove sono state avviate iniziative simboliche di sciopero della fame, nel silenzio totale dei mass media e dei partitio politici.
Tutti i dirigenti e i militanti del partito filo-kurdo, BDP, hanno partecipato all’iniziativa aderendo allo sciopero della fame.
Alla base della lotta dei detenuti e delle loro famiglie stavano le seguenti rivendicazioni:
1) richiesta dell’insegnamento della lingua kurda;
2) diritto della difesa nella lingua kurda;
3) fine dell’isolamento carcerario di Abdullah Ocalan che durava da due anni circa.
Il 17 novembre è arrivata la notizia, attraverso il fratello di Ocalan che finalmente lo ha potuto incontrare, che il presidente ha chiesto agli scioperanti di interrompere il digiuno,
perchè l’obiettivo è stato raggiunto.
La cosa è stata confermata oggi nell’incontro che la delegazione italiana ha avuto presso l’associazione profughi, Goc Der, riunita per il proprio congresso.
Questa sera, nella manifestazione che si è tenuta in piazza Taksim, è stata reso pubblico l’appello di Ocalan di sospendere lo sciopero della fame, dando così, al di là dei risultati,
la prova del grande amore per il suo popolo.
“Lo sciopero della fame è interrotto, ma la lotta continua – è stata la conclusione della manifestazione.
Istanbul, 18 novembre 2012
La delegazione italiana