Ormai è una crociata. Il Governo fa il bis contro l’agricoltura a chilometri zero

Ormai sembra proprio una crociata. I prodotti agricoli “a chilometri zero” sono ecologici ed economici, ma contro di essi il Governo di Mario Monti si è prodotto in un clamoroso bis.

Dopo quella della Regione Calabria, il Governo ha deferito alla Corte Costituzionale anche la legge con cui la Regione Basilicata ha promosso la valorizzazione dei prodotti agricoli locali.

Il motivo, come recita il comunicato uscito da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri svoltosi il 5 settembre, è che “varie disposizioni, volte a favorire la commercializzazione dei prodotti regionali, sono suscettibili, per un verso, di ostacolare gli scambi intracomunitari, ponendosi in contrasto con le disposizioni del TFUE (Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, altrimenti detto Trattato di Lisbona, ndr), e, per altro verso, di falsare la concorrenza, risultando discriminatorie nel privilegiare alcuni prodotti solo in base alla loro provenienza territoriale”. Il neretto è mio.

Ora non resta che attendere il proseguimento della crociata governativa contro le numerose iniziative ecologiche ed economiche per favorire l’agricoltura “a chilometri zero”, che fa bene alla Terra (i viaggi del cibo inquinano), ai contadini e ai consumatori: se si tolgono di mezzo i trasporti e gli intermediari i contadini guadagnano un po’ di più e i consumatori spendono un po’ di meno.

L’aglio cinese costerà anche meno di quello italiano: ma chissà in quali condizioni lavorano i contadini che lo producono, dato che solo un costo del lavoro straordinariamente bassopuò giustificare la spesa necessaria per portarlo fin qui.

Evidentemente però ai Professori presentemente governanti piace l’idea che il costo del lavoro in agricoltura (e non solo…) raggiunga livelli cinesi, senza vantaggi per i produttori e i consumatori ma solo per gli intermediari.

Così, in nome della libera concorrenza, adesso il Governo dovrebbe prendersela con i Comuni che valorizzano i cibi “a chilometri zero” nelle mense scolastiche e che organizzano corsie preferenziali per i mercati dei contadini. A proposito: in fondo pubblico il link alla mappa dei luoghi in cui è (ancora) possibile acquistare dai produttori.

Dovrebbe prendersela con l’intera rete “Campagna amica” della Coldiretti che si propone di realizzare una filiera agricola italiana e di spazzare via la rete degli intermediari: ohibò!

Soprattutto, il Governo non potrà non pensare alle altre leggi regionali già in vigore per favorire l’agricoltura “a chilometri zero”: esistono da anni, a quanto mi risulta, in Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Veneto, Abruzzo.

Tutto da rottamare: secondo i Professori solo il libero mercato globale sciolto da lacci e lacciuoli condurrà il mondo verso le leopardiane magnifiche sorti, e progressive. E come no!, ce ne siamo accorti in questi anni…

Il Mercato in realtà è stupido. Il Mercato non sa che è urgente creare una filiera alimentare corta perchè il picco del petrolio renderà sempre più costosi i viaggi del cibo. Il Mercato non sa che, se i contadini non hanno un reddito decente, nessuno resta più a presidiare emanutenere un territorio modificato dalla secolare azione umana e quindi privo di un equilibrio naturale e stabile: per cui un semplice acquazzone può avere conseguenze degne di un’alluvione.

Lo stupido Mercato non sa queste cose. Tuttavia sarebbe lecito aspettarsi che deiProfessori riuscissero per lo meno ad intuirle.

per leggere l’articolo