Ordine del giorno: GAS (gruppi d’acquisto) e GOS (gruppi d’offerta); Luoghi di svolgimento dei mercati e rapporti con i co-produttori/consumatori; Autocertificazione e rapporti, anche di tipo normativo, con le istituzioni (comuni, ASL); Connessione fra i diversi mercati contadini d'Italia. Si propone di: Ridefinire il GAS. Il problema sollevato da questi sta nel loro svolgere un ruolo di forte mediazione fra produttore e co-produttore/consumatore, che incentiva la NON conoscenza diretta fra questi. Abbiamo notizia di diversi GAS che si sono poi trasformati in consorzi andando un pò a perdere il loro senso d'origine. Più che di GAS allora si potrebbe parlare di GOS, gruppi d'offerta solidale(più che d'acquisto). L'"offerta" naturalmente consta dei prodotti del mercato. Risolvere il problema della ritrosia nei confronti di un mercato svolto all'interno di un centro sociale. La gente del quartiere ignora l'esistenza del mercato o rischia di pensare che si tratti di un'iniziativa "inter nos". C'è il bisogno di puntare al riconoscimento e alla visibilità del mercato e dei suoi contadini. Si sente il bisogno di una vera e propria strategia comunicativa, che possa anche risolversi nell'uscire nelle piazze, nel "farsi vedere" al di fuori. Più che portare il cibo AI cittadini, bisogna cercare di portare i cittadini AL cibo, nelle piazze, attraverso un rinnovato rapporto con il produttore e con il cibo. Tutto questo al fine di ridurre realmente e in maniera drastica la distanza alimentare, accorciando la filiera e valorizzando le relazioni sociali. Portare alle amministrazioni pubbliche una proposta di autoregolamentazione per una normativa dei mercati, rivendicando nei confronti del mondo politico una legittimazione riguardo il PROPRIO modo di fare mercati. In attesa di un intervento dell'ASL si ha la necessità di porsi in relazione con i comuni a livello legislativo. Non si dovrà porre l’attenzione sul prodotto (certificazione/autocertificazione), ma sulla legittimazione delle norme, igienico-sanitarie-etiche-sociali che la COMUNITA’ MERCATO si è data(certificazione partecipata). Nel fare questo si dovrà fortemente puntare a trovare coesione ed unità fra produttori e co-produttori/consumatori, in modo che siano questi ultimi a portare le istanze dei mercati all'attenzione dell'opinione pubblica, anche modificando le norme obsolete dell'ASL e della CE. Partire con una mappatura di tutti i mercati su tutto il territorio italiano. Attraverso l'interconnessione e lo scambio reciproco di saperi e informazioni si potrà procedere alla creazione di una forte entità nazionale. Al fine di riuscire in questo intento si chiede a coloro che hanno intenzione di fare parte di questo progetto, di proporsi come referenti di zona (regione, provincia o comune) per riuscire ad eseguire nel modo più rapido e semplificato possibile tale mappatura. Per stabilire fin da subito le relazioni fra mercati ci si propone di creare una mailing list dei mercati; Si ha dunque in programma di svolgere un'azione congiunta fra contadini, mercati e co-produttori/consumatori per: Dare una definizione univoca a "Mercato Contadino"; Dare le linee guida per l'autoregolamentazione dei mercati; Ridefinire le relazioni fra lavoratori di città e lavoratori delle campagne; Imporsi nel mercato locale; Promuovere le conoscenze contadine alle nuove generazioni, sempre più lontane da questo mondo, facendo loro vedere l'agricoltura anche come mezzo per uscire dal precariato ed avere un nuovo rapporto con la terra. Fra le varie proposte venute fuori in assemblea, anche la volontà di farsi sentire da coloro che sono più vicini ai movimenti ma che non rispettano le regole etiche della terra e del cibo. Organizzare un mercato contadino fuori i cancelli della festa nazionale di Liberazione, ad esempio, oltre ad essere una vetrina "mediatica" per il mercato, sarebbe anche una forte azione politica nei confronti di coloro che nelle mense delle feste politiche utilizzano immensi quantitativi di cibo di infima qualità.