Politica Agricola Comune: la società civile incontra le istituzioni Ue

Oltre 100 organizzazioni da 19 Paesi UE presenteranno il 19 settembre prossimo a Bruxelles le istanze per una Politica Agricola Comune (PAC) più equa che, tra le altre cose, sostenga le vere aziende agricole, reinvesta il denaro pubblico in beni pubblici e contrasti la speculazione alimentare.

di Slow Food – 13 Settembre 2012

L’80% dei contributi europei è destinato solo al 20% degli agricoltori, e abbiamo perso in maniera irrecuperabile circa il 70% della biodiversità

Il 19 Settembre, sotto l’Alto Patronato del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, Slow Food e ARC2020 presentano al Parlamento Europeo, a Bruxelles le istanzedella società civile per una Politica Agricola Comune (PAC) che, tra le altre cose, sostenga le vere aziende agricole, reinvesta il denaro pubblico in beni pubblici e contrasti la speculazione alimentare.

Oltre al presidente Schulz, partecipano Dacian Cioloş, Commissario Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale e Carlo Petrini, presidente di Slow Food, nonché i rappresentanti di altre importanti organizzazioni della società civile europea coinvolte nel dibattito sulla riforma della PAC, e i partecipanti alla Good Food March, che avranno la possibilità di partecipare alla discussione.

La PAC al momento rappresenta il capitolo principale di spesa del bilancio comunitario: il 43% circa delle risorse complessive, pari a 55 miliardi di euro l’anno. Tuttavia, non sempre questi investimenti hanno avuto effetti positivi: l’80% dei contributi europei è destinato solo al 20% degli agricoltori, e abbiamo perso in maniera irrecuperabile circa il 70% della biodiversità. Si stima siano 250 milioni, ovvero il 50% della popolazione europea, le persone in sovrappeso, mentre 42 milioni sono denutrite per problemi legati alla povertà. E poi lo spreco: in Europa gettiamo 90 milioni di tonnellate di cibo l’anno, cioè 180 kg a testa.

A Bruxelles si discute il destino della nostra alimentazione e della politica agricola fino al 2020. Per la prima volta nella storia, la riforma della PAC sarà decisa congiuntamente dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea. Il nuovo coinvolgimento del Parlamento dà alla società civile l’opportunità concreta di far sentire la propria voce.

Afferma Carlo Petrini: “Bisogna restituire all’agricoltura la sua dignità. Oggi sono solo 11 milioni le persone impiegate in agricoltura, ossia meno del 5% della popolazione europea. Eppure si tratta di assicurare la sicurezza alimentare di 27 Paesi, cosa che non può essere lasciata nelle mani di poche multinazionali”.

Infine lancia un monito: “È imperativo che la PAC cambi, se vogliamo che l’agricoltura in Europa diventi una prospettiva di vita appetibile per i giovani, uno strumento di rivitalizzazione economica e sociale delle zone rurali, un elemento di tutela del paesaggio e dell’ambiente”.

Alla conferenza del 19 Settembre interverranno anche alcuni partecipanti della Good Food March, una iniziativa di ARC2020, European Coordination Via Campesina, European Milk Board, Friends of the Earth Europe, IFOAM EU Group, Meine Landwirtschaft, PAC2013 e Slow Food.

In totale più di 100 organizzazioni da 19 paesi e migliaia tra cittadini, agricoltori e giovani che da tutta Europa arrivano a piedi, in bici o in trattore a Bruxelles per sostenere la causa di una PAC più equa e sostenibile. La parte finale di questa marcia su due ruote confluirà a Bruxelles da tre parti: da Strasburgo attraverso Francia, Lussemburgo e Belgio; da Calais; da Groningen attraverso le pianure olandesi e le Fiandre.

Stephanie Roth, Campaign Coordinator ad ARC2020, dichiara: “La Good Food March ha riunito persone di tutte le età e formazione da ogni angolo d’Europa, insieme per ridefinire i confini e il futuro dell’agricoltura europea. Ha mostrato lo spirito delle città europee, dimostrato la vitalità delle nostre campagne e unificato per la stessa causa la diversità della nostra cultura enogastronomica.

Nel contempo, questo variegato gruppo di persone ha mandato un messaggio forte e chiaro alla classe politica, in un momento così delicato per il futuro della Politica Agricola Comune. Dobbiamo assolutamente riportare la democrazia all’interno della PAC”.