Il Prezzo Sorgente, l’Autocertificazione
La modifica profonda dei rapporti con la terra e la trasformazione delle relazioni sociali necessita di proposte concrete, pratiche, universali che riguardino tutta la filiera dei rapporti di produzione, ma che intervengano anche nella determinazione dei prezzi. Due di queste proposte, il Prezzo Sorgente e l’autocertificazione, soprattutto se congiunte, posseggono le caratteristiche di cui sopra.
Dagli attuali meccanismi che definiscono un prezzo non possono che derivare polarizzazioni sociali crescenti. Nei prezzi finali delle merci viene celato tutto il circuito di appropriazione della ricchezza e di gerarchizzazione sociale. La proposta del Prezzo Sorgente – cioè di evidenziare in etichetta il primo prezzo, quello che il produttore pratica al momento di vendere i propri prodotti – renderebbe visibili tutti i ricarichi del prezzo al consumo e costituirebbe una forte sollecitazione alla costruzione di filiere corte. Le filiere corte più che essere pubblicizzate vanno praticate direttamente dai produttori e dai consumatori non solo nei luoghi di produzione, ma soprattutto nelle città. Se gli acquirenti di qualsiasi prodotto conoscessero il prezzo praticato dal produttore avrebbero la possibilità di conoscere quanto potrebbero risparmiare se lo comprassero alla fonte e potrebbero inoltre chiedere ragione dei ricarichi. Il Prezzo Sorgente, proposto inizialmente in ambiente vitivinicolo, può applicarsi regolarmente in qualsiasi ambito produttivo. Naturalmente, è osteggiato dalle reti distributive. Per aggirare i grandi interessi contrari all’applicazione del Prezzo Sorgente si è pensato di renderlo obbligatorio. In ambiente agricolo, per esempio,la Cia(Confederazione Italiana Agricoltura) ha proposto una raccolta di firme affinché possa diventare legge di Stato. Ma la legge avrebbe un effetto controproducente. L’esperimento è già stato compiuto in Francia nell’agosto 2000 per alcuni prodotti ortofrutticoli, ma non ha avuto seguito; il boicottaggio delle grandi catene commerciali e le pressioni politiche sul governo ne hanno decretato il ritiro. Il riparo della legge per le politiche dei prezzi non garantisce alcuna efficacia. Il Prezzo Sorgente ha la funzione di creare un rapporto fiduciario tra coproduttori e fa parte di una più estesa proposta che prevede la massima tracciabilità dei prodotti e dei prezzi. È interesse primario dei produttori e dei consumatori rendere possibile la praticabilità del Prezzo Sorgente senza delegarla a nessuna istituzione o a qualche singolo Stato. La pratica del Prezzo Sorgente palesa un conflitto ancora embrionale tra grandi catene commerciali e reti di coproduzione. Questo conflitto è giusto che si manifesti nella realtà delle relazioni sociali ed è ingenuo e altamente improbabile che possa venire assunto o risolto dagli stati.
Che i princìpi di responsabilità e quelli di legalità non coincidano lo chiarisce, oltre alla questione del Prezzo Sorgente, anche quella relativa alla certificazione. La certificazione di qualità, infatti, nulla dice di ciò che pur sbandiera. La qualità non è in alcun modo garantita dall’ossequio alla certificazione che è diventata negli ultimi anni semmai un puro balzello al quale i produttori agricoli – ma non solo loro: la corsa alla certificazione riguarda ogni sfera della produzione di beni e di servizi – devono sottostare per poter partecipare a mercati, a commesse, a finanziamenti; per poter stare, insomma, nel mercato. La certificazione di qualità implica semplicemente l’esistenza di procedure standardizzate del cui rispetto tra l’altro è più che lecito dubitare. Le responsabilità, invece, sulle modalità dei processi produttivi, non sono ne certe né certificate. Il dispositivo della certificazione permette un sistema di deleghe nelle quali Stato, Enti Certificatori, istituzioni varie e produttori possono giocare a scaricarsi le responsabilità. L’autocertificazione, viceversa, rende visibili le responsabilità; permette e impone ai produttori di dichiarare, assumendosene la responsabilità, tutte le modalità dei processi produttivi e la provenienza della materia prima.
Ciò non impedisce alle istituzioni preposte di svolgere la funzione di enti di controllo.