I due testi sono una specie di riassunto-diario su un paio di realtà in Germania.
Una vicino a Berlino, con cui Antje e Rolf collaborano, (Antje e Rolf sono ex comunarde tedesche, fondatrici, uscite da Urupia nel 2007 e tornate in Germania) e una vicino ad Amburgo visitate da Antje e Rolf.
Sono due realtà diverse tra loro per età, ambiti di riferimento, esperienza, storia, ma con forti punti in comune su domande chiave dal punto di vista dell’agricoltore e proposte concrete collocate in un immaginario cambiato.
——————– TESTO 1 ———————-
Nuove sperimentazioni di una economia solidale in agricoltura in Germania
Per 12 anni abbiamo contribuito ad una agricoltura alternativa nel ambito della Comune Urupia nel Salento. Anche dopo il nostro ritorno nella citta di Berlino l´agricoltura continua ad essere ben presente nella nostra vita. Aparte delle iniziative in sostegno di ´Via Campesina´, della promozione di una agricoltura urbana e del ´guerilla gardening´ stiamo da due anni sostenendo la sperimentazione di una ´agricoltura noncommerciale´, partito da una comune agricola, la ´Lokomotive Karlshof´ al nord di Berlino. Ultimamente abbiamo visitato il ´Buschberghof´, una azienda agricola vicino Amburgo che da piu di vent´ anni sta realizzando un progetto ´CSA´ ( community supported agricolture ).
Cosa si intende con ´CSA´ ? Molto in breve si tratta di una agricoltura sostenuta da una comunita locale che viene realizzata tramite una stretta cooperazione tra contadini/ una azienda agricola ( biologica )ed un gruppo di consumatori/ trici. In differenza ad altri tipi di cooperazione come i ´GAS´ il coinvolgimento e la responsabilità degli ultimi e ben più profondo.
Molto sinteticamente si puo dire che i contadini sono responsabile per l´agricoltura, cio per la cura dei terreni e la produzione alimentare; i consumatori/ trici per la copertura di tutti i costi della produzione e riproduzione. Questo concetto vale per tutti i progetti. Differente invece e il grado di partecipazione die cittadini ai vari lavori ( sia quelli strettamente agricoli come quelli della trasformazione, del trasporto e della distribuzione, della comunicazione….. ). Differente e la misura delle aziende ( da 3 ha a 150 ha ), la varietà dei prodotti, l´esperienza e professionalità dei contadini.
Fino a pochi anni esistevano solo pochi progetti ´CSA´ in Germania. Negli ultimi anni il numero e aumentato; ora sono ca. una quindicina, si nota un interesse più forte. In altri paesi come in Giappone e negli Stati Uniti c´e già una diffusione più ampia: qui sono già alcune migliaia ed anche in Francia nel giro degli ultimi 10 anni sono nati più di mille.
Il ´Buschberghof´
Vorrei illustrare ora in modo esemplare questo progetto ´CSA´ piu vecchio della Germania.
Situato nelle campagne vicino Amburgo ( ca. 30 km ); 101 ettari; terreno sabbiosoargillioso; 86 ettari di terreno coltivato; bovini, manzi, mucche, pecore, maiali, galline, anatre, oche; coltivazione di grano tenero, orzo, segale, avena, farro, piante di foraggio, patate ed una gran varieta di verdure, fragole, mele ed altra frutta; prodotti trasformati: vari pani, carne e salumi, burro, yogurt, ricotta, formaggi.
Alcuni appunti sulla storia:
da ca. 60 anni stanno praticando l´agricoltura biodinamica con i principi di un massimo di varietà, ed armonia – piu di 40 anni fa il `Buschberghof´ si trasformava da una azienda privata in una comunita agricola: si creava la ´Gemeinnützige Landbauforschungsgesellschaft Fuhlenhagen´ che diventava propritario di tutta l´azienda, con terreni, patrimonio zootecnico e macchinari sulla base della donazione dei vecchi proprietari. Due altre famiglie contadine procedevano nello stesso modo, neutralizzando cosi il capitale ed assicurando anche per le future generazioni una agricoltura sostenibile, non orientata al proffito ed alla crescita.
più di 20 anni la comunità agricola di allora incominciava a sperimentare qualcosa di nuovo. Dopo tante esperienze di vendita diretta ( mercati contadini, cooperazione con vari GAS ) cercavano a realizzare una cooperazione piu ampia e compatta con i giri dei consumenti e nasceva la ´comunita economica Buschberghof´ ed iniziò il progetto ´CSA´ .
Dopo una breve fase di transizione da due decenni riesce a coprire una gran parte dell´ alimentazione di circa 350 persone (ca. 90 famiglie ).
Ogni maggio gli agricoltori informano sul andamento economico del anno precedente e presentano un preventivo per il prossimo anno. Si procede poi con una sorte di asta, cioè tutti i partecipanti decidono poi liberamente, con quale somma vorrebbero contribuire alla copertura dei costi. Un mese dopo si tiene una assemblea nella quale vengono pubblicati i risultati e nel caso che sia necessario si richiede qualche bis ( sempre volontariamente ) per arrivare alla copertura completa.
Nei costi sono inclusi i salari per gli agricoltori, il sostegno delle loro figlie, i costi di salute, per la previdenza sociale, per un fondo macchinari.
La produzione agricola verrà poi distribuito tra i membri della ´comunità economica´, secondo i bisogni di ciascuna famiglia che autoorganizzano in gruppi per paese la distribuzione settimanalmente.
Questo finanziamento in anticipo assicura la sopravivenza dell´ azienda, libera la produzione agricola dai meccanismi di mercato
Negli ultimi anni sono nati altre realtà del genere; altri stanno in fase di progettazione; la maggior parte su terreni più piccoli e con una varietà dei prodotti piu ristretta; spesso producendo sopratutto verdure; alcuni ancora costretti a vendere una parte della propria produzione sul ´mercato´.
Da quando esiste il capitalismo, un sistema basato sulla proprietà privata e sul profitto, ci sono anche dei tentativi di sperimentare una produzione che basa su altri criteri. Questi tentativi come i progetti `CSA´ e ´l´agricoltura non commerciale ´ fanno parte di una ´economia solidale´ che negli ultimi anni in Germania ha trovato qualche rinforzo.
————————- TESTO 2 —————————
Projektwerkstatt auf Gegenseitigkeit ( PAG ) Für einen etwas anderen Umgang mit Privateigentum – Laboratorio progetti di mutualità – Per una gestione un po´ alternativa della proprietà privata
Qui di seguito cercherò di fare un`introduzione di questa iniziativa, elaborata negli anni novanta da vari attivisti con lunghe esperienze in collettivi autogestiti di lavoro, abitativi…. che poi hanno dato vita nel 2000 al´Laboratorio dei progetti a mutualita´ e nel 2002 alla fondazione ´Dissidente Subsistenz` Sussistenza dissidente. Cercherò di illustrare gli obiettivi, il funzionamento e le esperienze dell´ iniziativa tramite un ´collage´ da vari testi del laboratorio stesso. Chiunque disponga di una buona conoscenza della lingua tedesca può accedere alle informazioni sul loro sito internet:www.gegenseitig.de
Mutualità
„Le case a chi le abita – le aziende a chi ci lavora“
Con questi slogan si voleva lanciare un segnale contro l`orientamento al profitto e l`accumulazione del capitale. Purtroppo in passato spesso nel giro di pochi anni la maggior parte delle proprietà acquistate collettivamente poco a poco veniva riprivatizzata.
Sulla base di queste esperienze nacque l´idea, di separare proprietà ed usufrutto, affinchè progetti autogestiti abitativi e lavorativi potessero sperimentare le loro utopie in case o terreni che non appartenessero a nessuno e la cui espropriazione come un orientamento al profitto fosse
impossibile. Con questo scopo abbiamo creato il ´laboratorio progetti di mutualità´. Lo strumento centrale per impedire una riprivatizzazione è la forma giuridica della fondazione.
Abolire la proprietà privata, pilastro centrale del capitalismo
Il capitalismo globalizzato vive più che mai grazie allo svaligiamento del nostro pianeta.
Noi abitanti della terra siamo confrontati con le conseguenze di questo processo. In misure diverse viviamo l´oppressione, la mancanza di diritti, lo sfruttamento e la distruzione delle basi naturali della vita, in tante parti del mondo in modalità estremamente pericolose. In questo scenario la proprietà privata protetta gioca un ruolo fondamentale, ansi un ruolo tragico.
Il ´laboratorio progetti di mutualità´ si intende come una parte delle tante sperimentazioni nel mondo per gestire la proprietà in modo solidale e collettivo, utilizzando le risorse in modo prudente, per una gestione alternativa della vita.
Il laboratorio con la sua fondazione funziona da un lato come una specie di fiduciario per donazioni e sottoscrizioni con le quali si acquistano beni immobili. Questi terreni ed edifici verranno poi dati in prestito a vari gruppi che ne usufruiscono e trovano lì uno spazio per sperimentare forme solidale e collettive abitative e lavorative.
La base è un contratto di prestito nel quale vengono concordati i reciprochi diritti ed obblighi. Quando un gruppo cambia gli obiettivi originali o se non riesce a raggiungere questi obiettivi, ad esempio a causa di una fluturazione dei partecipanti si scioglie il contratto ed i beni immobili vengono messi a disposizione nuovamente di altri gruppi con nuove idee; un ciclo che non finisce mai. L´intero patrimonio, inclusi gli immobili , avrà allora per sempre il carattere di una proprietà neutralizzata; non appartiene a nessun gruppo singolo, ma è invece legato a concreti obiettivi dell`usufrutto.
Dal altro lato il ´laboratorio´ assume un ruolo da guardiano che verrà concretamente gestito da un consiglio di delegati – sia da gruppi di usufruttuari come da gruppi ancora in fase di progettazione che dispongono di competenze, esperienze e conoscenze professionali. Chiunque abbia collaborato in modo continuativo e serio al ´laboratorio´ può partecipare a questo ´controllo´. Questo è un passo verso l´ assunzione di una responsabilità sociale e la partecipazione a decisioni su risorse esistenti.
Quasi come effetto secondario ´neutralizziamo´ in questo modo la dipendenza dalle banche che in genere domina l´acquisto degli immobili e obbliga fin dall` inizio ad una redditività economica e dà la propria impronta alla gestione dei progetti. Contemporaneamente questi beni vengono allontanati in modo durevole dal ciclo speculativo del mercato degli immobili. Il prestito ha il carattere di un usufrutto gratuito, per non far pesare rate di rimborso o interessi agli esperimenti e creare un`indipendenza dalla logica della realizzazione. Ma non possiamo e vorremmo creare ( non ancora ) il paese della cuccagna.
Al ´laboratorio´ servono i mezzi per riempire ed aumentare il patrimonio solidale per la realizzazione di nuove idee. Tutti i membri dei gruppi di usufruttuari partecipano a queste attività tramite campagne di raccolta fondi, attività economiche proprie, ricerca di sostenitori privati e pubblici, e tramite l´aumento del valore degli immobili in prestito dovuto al loro risanamento. Questo flusso di ritorno al patrimonio solidale non verrà allora estorto da banche tramite gli interessi, ma invece motivato dall` interesse per la cura del patrimonio e la disponibilità futura di questo anche per nuovi progetti.
Scambio reciproco e sostegno
Non a caso sulla nostra bandiera è scritto ` Laboratorio progetti di mutualità´. Nella nostra prassi in primo piano non sta la gestione del denaro e degli immobili, ma lo scambio e i consigli reciprochi, così come il profondo sostegno tra le iniziative. Facendo questo prendiamo atto delle esperienze del movimento alternativo. Sappiamo che non possiamo evitare degli sbagli, ma siamo ambiziosi e vogliamo farne almeno dei nuovi e non ripetere quelli vecchi! Mutualità include quindi anche servirsi delle competenze professionali nei settori edilizia/ architettura, diritto, tassazione, finanziamento, sviluppo d´organizzazione, acquisto degli immobili per i quali formiamo dei gruppi di lavoro…. Il gruppo di lavoro ´Denkwerkstatt´ ( laboratorio di riflessione ) assume il compito centrale dell` orientamento politico, per non perdere di vista la rilevanza sociale.
Progetti in sviluppo
Il ´Laboratorio progetti di mutualità nacque con l´obiettivo di creare degli ´spazi liberi´ per sperimentare idee alternative sociali ed economiche. Questi spazi dovrebbero essere gestiti da gruppi ed iniziative che creano delle strutture quotidiane solidali a parità di diritti
• sperimentano delle modalità abitative e lavorative orientate alla sussistenza per arginare la dipendenza dalla logica di realizzazione
• cercano di realizzare una gestione del quotidiano ecologica
• dispongono di un proprio interesse a disinnescare la proprietà privata
In linea di massima siamo aperti a gruppi che concordino con questi punti. Nello scambio verrà poi esaminato, se si voglia approfondire il contatto.
Per conoscersi reciprocamente ci si incontra inizialmente due volte. Nella prima il ´laboratorio´ si presenta ed il gruppo interessato puo chiarire tutte le proprie domande. Nella seconda volta il gruppo si presenta ed i delegati della PAG possono chiarire le domande necessarie. In questi incontri si cerca di capire le intenzioni di entrambi e di valutare se si è fatti l`uno per l´altro. Poi i membri dei gruppi in fase di progettazione possono partecipare nei vari gruppi di lavoro della PAG. In questo modo ci si conosce reciprocamente, si può sviluppare fiducia e si fa nno le prime
eperienze pratiche. Quando entrambi si sono decisi definitivamente ad una cooperazione, la collaborazione nelle strutture della PAG è obbligatoria, con l´assunzione di una responsabilità per l´intero laboratorio…..
I gruppi degli usufruttuari assumono allora responsabilità per la proprietà della fondazione senza iventare proprietari. Nel contratto di prestito vengono definiti fra l´altro non solo gli obiettivi degli usufruttuari, ma anche le circostanze per un proprio fallimento. Nel caso di un fallimento verrà
elaborato un nuovo contratto o l´immobile passerà ad un nuovo gruppo…..
Una particolarita della PAG consiste nel fatto che non esiste una separazione fra
• la PAG ed i gruppi in ricerca di sostegno
• tra chi dà e chi riceve
• tra progetti vecchi e partecipanti nuovi
Noi vogliamo invece che tutti i gruppi siano legati alle strutture e alle discussioni della PAG: in un percorso di crescita condivisat…….
Attualmente ci sono tre gruppi che fanno parte della PAG:
– Il gruppo di Straussberg ( una piccola citta in periferia di Berlino )
– Wukania Cascina dei progetti ( a Biesental, un paese ca. 30 km da Berlino )
– Lokomotive ( locomotiva ) Karlshof ( vicino la piccola citta di Templin, ca. 45 km di Berlino)
Purtroppo due dei gruppi in fase di progettazione che avevano collaborato nella PAG si sononel frattempo sciolti….. In cooperazione con il ´Landprojekt´ ( Progetto in campagna ) la fondazione aveva acquistato in aprile 2004 il primo bene immobile, il ´Karlshof´ vicino Templin.
Il ´Landprojekt´ si è sciolto poi nel maggio 2005; il ´Karlshof´ rimaneva nella proprietà della fondazione, ciò significa nel patrimonio solidale della PAG. Nel frattempo il gruppo della ´Lokomotive Karlshof´ sviluppa lì il progetto di un ´agricoltura noncommerciale ´….
Lo statuto descrive i principi della PAG. Una cooperazione fra vari gruppi ed individui a lungo termine deve necessariamente riflettere il cambiamento continuo delle loro motivazioni, obiettivi e comportamenti come lo sviluppo della societa. Per rendersi conto di questi cambiamenti i membri della PAG esaminano una volta all` anno il loro consenso e l´adeguatezza dello statuto….
Le forme guiridiche civili servono soprattutto a proteggere la proprietà privata. Percio abbiamo fatto una lunga ricerca prima di deciderci per le forme guiridiche con cui potevamo nominare gli intenti della PAG e contemporaneamente assicurarci al livello legale.
I progetti
Gruppo di lavoro Straussberg
Straussberg „Chi si sta lamentando nella steppa?“
Non possiamo piu sentirle: queste lamentele continue. L´est sconfortante con il suo enorme numero di disoccupati, la migrazione dei giovani, una zona distrutta socialmente…..Le richieste della popolazione non vengono considerate. Le dinamiche del capitalismo hanno prodotto terreni che
ricordano la steppa. Ci vogliono nuovi concetti sociali che non si basino su interessi di mercato e sull`orientamento alla realizzazione assoluta del profitto che soddisfa solo i bisogni di pochi. Il mercato desolato degli immobili nell` est ci offre un potenziale sufficiente….
Una delle idee viene già messa in atto. Siamo un gruppo di giovani che qui, a Straussberg, 40 km all` est di Berlino, col sostegno della PAG ha acquistato una casa che vorremo abitare collettivamente. Qui vorremmo creare uno spazio abitativo autogestito, affrontabile a livello economico che corrispondera ai bisogni degli abitanti…. Per creare una vita collettiva solidale esiste già una cassa comune nella quale tutti i futuri abitanti
mettono le loro entrate e dalla quale vengono coperti tutti le spese quotidiane. Creando delle condizione finanziarie uguali, vorremo dare a ciascuna/o le stesse opportunità, indipendentemente del suo stato sociale.
D`altra parte intendiamo creare nell` ambito di questa casa uno spazio pubblico che inviti tanta gente ad incontrarsi ed organizzarsi. Uno spazio per iniziative pubbliche, mostre, un punto d´incontro per studenti, per iniziative politiche….In breve: un luogo per sviluppare tanti interessi
noncommerciali e mettersi in rete ……
Proprio Straussberg….
Abbiamo una risposta chiara: da tanti anni ci impegniamo in attività locali e regionali; nel centro sociale `Horte´, un progetto giovanile di sinistra a Straussberg, alla cui creazione abbiamo contribuito, o nella cooperazione continua con la comune ´Ökolea´ a Klosterdorf ( paese vicino ),
nell` iniziativa antirazzista ´azione entrata d´emergenza´, in un gruppo d´acquisto, nelle campagne contro il gruppo neonazista `Märkischer Heimatschutz´ o nel ´gruppo di consigli per vittime della violenza nazista´. A parte dei nostri contatti sociali questo coinvolgimento sta alla base della
decisione di realizzare le nostre idee qui a Straussberg….
Questo progetto sicuramente è solo una prima parte della risposta alla situazione sociale. Ma si tratta di un inizio per incoraggiare altri a muoversi da una situazione precaria.
Wukania Cascina dei progetti
Da dicembre 2008 Wukania è la nuova cascina dei progetti del nostro gruppo di Bernau. Le radici del gruppo: Nell` estate 1998 un` azione di un gruppo di giovani trova un certo interesse dei mass media. A Bernau, una piccola città a nord est di Berlino vanno da un negozio all`altro a distribuire degli adesivi dove con la scritta in tre lingue „Entrata d´emergenzaNoi
offriamo protezione ed informazioni in caso di attacchi razzisti e fascisti“. Con questa azione si riusciva a sensibilizzare la città alle azioni dell`estrema destra. L´azione nasceva nel centro sociale „Dosto“ di Bernau, un luogo dove giovani si incontrano ed organizzano dei concerti e delle iniziative in modo autogestito. Nell` arco degli anni alcuni di loro facevano nascere „L´ufficio di consulenze per vittime della violenza di destra“, un negozio di alimenti biologici, partecipavano ad una rete d´azione regionale contro gli OGM. E nel loro contesto cresceva il bisogno di costruire una ´cascina dei progetti collettivi´. Dopo tanti anni di ricerca di un luogo adatto e parecchie trattative finalmente nel 2008 si riusciva a concludere con l´acquisto di un grande excentro di formazione sportiva con tre ettari di terreno ed alcune migliaia di metri quadrati di spazi coperti.
Il progetto
Costruiamo una ´cascina dei progetti´ a fianco del Wukensee ( un piccolo lago ) a Biesenthal che offrirà una vita collettiva per persone di varie generazioni. Col ´vivere insieme´ intendiamo in alternativa alla vita isolata in piccole famiglie o da ´single´ una gestione collettiva e solidale del
quotidiano. Questo scopo può comunque esprimersi in varie forme di convivenza: con una economia comune, con l`alloggio in comune o in famiglia. Spazi collettivi come una biblioteca, un luogo per attivitàsportive e laboratori artigianali debbono collegare le persone che vivono nelle varie forme d´abitazione. Tutti condivideranno la responsabilità per l´intero progetto ed il suo sviluppo e promuoveranno la qualità della vita tramite delle attività collettive. Integrato nel nostro quotidiano vorremo impegnarci nella e per la nostra regione. Vorremo dare spazio qui a ´Wukania´ per avviare o continuare dei progetti sociali, culturali, politici ed ecologici. Vorremmo sviluppare questa ´cascina dei progetti´ insieme con i vari interessati. Vorremmo offrire la possibilità di utilizzare i laboratori artigianali, e che gruppi sportivi utilizzino la nostra grande palestra. Nel grande complesso centrale potrebbero nascere una casa di formazione culturale, una scuola libera, un asilo nido ed una scuola materna o delle aziende autogestite. Un altro scopo è la promozione dei progetti noncommerciali, di iniziative sociali per bambini, giovani ed anziani.
Lo sviluppo negli ultimi due anni
Nel primo anno, nel 2009, l´attività principale era la creazione degli spazi abitativi, cucina e bagni per il gruppo, composto da 9 adulti e 2 bambini, risanando una casa sul terreno ed i primi passi di cura degli alberi, delle piante e dei prati.
In quest´ anno nasceva un orto per l´autosufficienza e nei lavori di cantiere venivano create delle infrastrutture per poter ospitare varie iniziative ( bagni ed una ampia cucina estiva ) che permettevano già da ll`estate di organizzare il primo campeggio per giovani e i primi seminari.
Parallelmente all` inizio del anno veniva avviato un´offensiva dei progetti´. In vari incontri decine di persone, interessate a ridare vita a questo posto, incominciavano ad individuare e sviluppare dei progetti. Questi lavori intensi di pianificazione hanno poi nell`arco dell`anno già portato ai primi
risultati: Un gruppo ( composto da interni ed esterni ) che si sta impegnando a far nascere una scuola materna è già arrivato ad un punto avanzato di progettazione, prevedendo per l´anno prossimo i lavori di risanamento e per il 2012 l´apertura. Un altro gruppo degli ´esterni´ ha quasi concluso i lavori di risanamento di un`altra piccola casa come struttura di riposo per weekend e vacanze. Il ´gruppo di salute´, persone esterne che vorebbero anche abitare a ´Wukania´ ha sistemato due spazi per massaggi Shiatsu, Yoga etc. che ora già da mesi vengono utilizzati.
Altri progetti come un `circo per bambini´, una ´scuola internazionale di gestione civile dei conflitti` ed un ´laboratorio di formazione reciproca´ sono in fase di progettazione; in parte hanno già fatto i primi passi pratici.
´Wukania Lernwerkstatt´ Laboratorio di formazione reciproca´
Questo laboratorio è un altro tentativo, per imparare reciprocamente e collettivamente come possa funzionare una vita solidale, noncommerciale.
Il termine ´noncommerciale ´ esprime in modo non ancora soddisfacente il nostro scopo: una formazione non legata al mercato e non dipendente
dallo stato, che esprime il nostro dissenso al sistema dominante dei valori e della realizzazione del profitto. Mettiamo in dubbio quello che si considera la ´normalità´.
In modo astratto sappiamo che il capitalismo globale è di carattere patriarcale, dominato dalle società industriali dell`ovest e che influenza anche il nostro modo di pensare, le nostre conoscenze ed il nostro agire. Da un lato stanno i brevetti sulle piante, il commercio delle persone e le guerre sulla punta dell´iceberg ´. Dall` altra parte i valori di questo sistema stanno penetrando nel nostro quotidiano, nelle nostre relazioni, nella nostra lingua. Cerchiamo di comprendere questi meccanismi e di liberarci, orientandoci verso altri valori. Sappiamo che ci sono esperienze e conoscenze che nella realtà capitalistica non vengono nè percipiti nè valorizzatia questi vorremmo aprirci.
L´educazione e la formazione non automaticamente portano ad essere una parte integrale di un processo emancipativo; spesso vengono abusate a formare una ´coscienza servile´. Perciò preferiamo non parlare di educazione, ma invece di una formazione reciproca. Vorremmo sviluppare una cultura dell` ascolto e dello studio, con una disponibilità a mettere anche in dubbio i propri pensieri…..
Incominciamo con una struttura che non distingua tra apparato, persone di ruolo pagate dai partecipanti e clienti. Tutti contribuiscono: nelle pulizie, nel cucinare, nel tenere relazioni, nel produrre film, nel fare musica….e
chi può anche alla copertura dei costi; ognuna/o secondo i propri interessi e possibilità….
Come progetto noncommerciale non richiederemo per le iniziative nessun contributo fisso nè per la partecipazione nè per vitto ed alloggio. La partecipazione alle iniziative del ´laboratotio´ è indipendentemente dal suo finanziamento. Visto lo scopo di sviluppare il progetto indipendentemente dal mercato e dello stato, abbiamo bisogno dei sostenitori. Naturalmente anche i partecipanti sono invitati a sostenere questo sperimento…
Proprietà significa furto! Questo vale anche per la proprietà intellettuale. Tutti i metodi che verranno sviluppati nel ´laboratorio´ e tutte le conoscenze che usciranno fuori in questo contesto non avranno
carattere di merce, ma verranno invece pubblicati sotto libere licenze come ´creative commons´.
´Lokomotive Karlshof sperimentazione di una agricoltura noncommerciale ( NKL )
Quando nel 2005 incominciavamo a riflettere sull´ impostazione dell´ agricoltura sui nostri 50 ha di terreno era nostra intenzione sperimentare una produzione alimentare alternativa al sistema capitalistico dominante della mercificazione, la cui assurdità e distruttività ci sembrava ovvia. Noi, la ´Lokomotive Karlshof`, volevamo sperimentare una produzione e distribuzione fuori dai meccanismi mercificatrici.
In una cooperazione libera e solidale con altri gruppi e persone singolare volevamo sviluppare un`´agricoltura noncommerciale ´ ( NKL ), cercando di coprire una piccola parte del nostro fabbisogno in un processo collettivo di produzione e distribuzione. Non volevamo produrre per la vendita o per uno scambio con prodotti equivalenti, ma invece per soddisfare i bisogni primari, in modo diretto ed autogestito. In un processo collettivo volevamo avviare una produzione per una specie di autosufficienza, ma non vincolata ad un gruppo locale autarchico, ma con l´intenzione di creare una rete sociale produttiva…..
Slegare dare e ricevere
La produzione degli alimenti comprende tutta una serie di passaggi di lavoro. L´intero processo ha allora bisogno un impegno collettivo e la comunicazione ed organizzazione di tutti quanti coloro che fanno parte di questa rete. La partecipazione è volontaria, dare e ricevere vengono slegati e orientati alle competenze e possibilità di ciascun partecipante. Il rifornimento dei prodotti non è vincolato nè ad un contributo economico nè alla partecipazione al processo lavorativo.
Nella primavera 2006 partiva la nostra prima stagione NKL. Vista la ancora scarsa disponibilità degli attrezzi agricoli ed un`infrastruttura ancora all` inizio, decidevamo di incominciare con la produzione delle patate. Abbiamo inivitato delle persone interessate ad informarci sul loro fabbisogno di patate e sulla base delle loro richieste, abbiamo seminato un ettaro a patate. La preparazione primaria del terreno è stata fatto dal contadino vicino con nostra sorpresa gratuitamente. Grazie ad alcuni sostenitori potevamo acquistare degli attrezzi necessari per la semina; altri lì abbiamo ricevuti in prestito. In estate abbiamo avuto il sostegno di persone che ci aiutavano a raccolgere i coleotteri, a sanare un capannone ed a preparare l´infrastruttura. Per la raccolta – con un tempo meraviglioso è
arrivata tanta gente che ha lavorata e si è divertita in questa azione. In quattro giorni riuscivamo a raccogliere, selezionare e confezionare 5 tonnelate di patate, concludendo con una bella festa.
Nel secondo anno potevamo già raccogliere 9 tonnellate, nel 2009 18 tonnellate.
Cerchiamo di sottrarci da una ´legge naturale´
Nonostante il successo della sperimentazione NKL in questi primi anni, dobbiamo comunque nominare alcune difficoltà e contraddizioni che lo accompagneranno anche in futuro. In mezzo ad un sistema di produzione mercificato, il quale appare alla grande maggioranza senza alternative,
cerchiamo di sottrarci da un sistema che sembra una legge naturale: realizzazione e scambio di merci. Viviamo allora la contraddizione di dover servirci per la soddisfazione dei nostri bisogni ancora di questo sistema. Da dove provengono i soldi, se rinunciamo sia alla vendita dei prodotti che
a quella del nostro lavoro? Da un punto di vista di ´mercato´ il nostro progetto sembra assurdo. Se fossimo da soli come gruppo questo progetto non si potrebbe finanziare. Come parte di un processo collettivo di autogestione invece il fornimento di finanziamenti diventa un impegno
fra tanti altri.
Di una base importante, i terreni e gli edifici, possiamo usufuire grazie alla PAG in modo gratuito. La copertura dei costi di produzione per la NKL avviene tramite donazioni e sottoscrizioni. Per coprire i costi per il nostro mantenimento siamo ancora dipendenti da sussidi sociali e contributi
per progetti vari da parte dello stato. Dobbiamo allora – anche in futuro vivere con la contraddizione di usufruire del surplus della realizzazione altrui per poter sperimentare delle modalità economiche alternative. Se il nostro esperimento dovesse funzionare e se riusciremo a creare una rete
di sostentamento, abbiamo la speranza che questa si allargherà ad altri settori di produzione e servizi e che noi, in tale modo, riusciremo a coprire una parte più sostanziosa del nostro fabbisogno tramite un`economia noncommerciale. Già adesso ci rendiamo conto che l´autogestione
insieme con altri ci permette di coprire tante necessità senza o con pochi soldi.
Lo sviluppo negli ultimi anni
La gamma dei prodotti si è allargata: dal 2009 si sono aggiunti vari cereali: grano tenero, farro, orzo e segale che vengono macinati presso il panificio di un`altra comune a nord di Berlino e nella rete che si è formata a Berlino un gruppo panifica queste farine, sostenuto da un collettivo di panettieri
a Kreuzberg, orientandosi al concetto della NKL. In più abbiamo fatto le prime esperienze con la semina della soia, del girasole, di piselli e ceci ……Il quantitativo delle patate si è ulteriormente allargato….Un altro gruppo della rete ha contributo con le prime verdure, un altro ancora con
delle mele…. A Greifswald, una città vicino al mare baltico si è formato un altro piccolo circuito che sta sperimentando la NKL…. La rete si è allargata ad altre piccole città come Potsdam e Eberswalde, dove venivano arredate altre cantine per depositare e distribuire i prodotti. Si sono avviate delle ricerche e sperimentazioni sulla trasformazione delle materie prime. L´anno scorso si è tenuta una serie di seminari teoricipratici per trasmettere delle competenze agricole nella rete….
Grazie al sostegno finanziario tramite varie donazioni ed alla bravura di alcuni meccanici si è riusciti a complementare il parco degli attrezzi agricoli. Anche il risanamento di un grande capannone ha contributo ad un miglioramento delle condizione delle produzioni agricole. Da ormai più di tre anni dall` autumno alla primavera una volta al mese i partecipanti alla rete si incontrano nel cosidetto `Kartoffelcafe´ a Berlino, che man mano è diventato uno strumento importante di informazione, comunicazione ed organizzazione di tutti gli aspetti della NKL, con una crescente responsabilità degli attivisti ´esterni´, che non fanno parte del gruppo `Lokomotive Karlshof´ .
Se il ´Kartoffelcafe´ da un lato è un elemento centrale all`interno della rete NKL, è allo stesso tempo aperto a nuovi interessati, allora una porta d´ingresso nella rete.
Alcune riflessioni sulla NKL
Dal 2009 si è entrati in una riflessione più approfondita dei primi anni della sperimentazione NKL. In questi discussioni – nel gruppo interno della ´Lokomotive karlshof´, nell` ambito degli incontri nel ´Kartoffelcafe´ e in qualche seminario si è affrontata tutta una serie di punti deboli, problematiche della prassi e domande aperte. In seguito sinteticamente alcuni temi ( presi da una lettera aperta del `Karlshof`):
1) Finanziamento: C´è qualche difficoltà a finanziare le sperimentazioni e il problema che questo impegno viene affrontato e coperto da pochi. Come si può coprire in modo migliore i costi della NKL?
2) Participazione: Tanta responsabilità sta ancora sulle sballe di pochi. A questo fatto si lega a domanda: Fino a che punto siamo il motore della NKL e vorremmo coprire questo ruolo? Stiamo ripoducendo una relazione producenti consumatori? Tra persone impegnate si costruiscono delle relazioni personali. Tra di loro c´è una buona cooperazione. Mancando le relazioni personali si riproducono modalità gerarchiche. Sono allora le relazioni personali la base per il funzionamento? Verrà messo in dubbio allora il funzionamento in una rete più ampia? Il concetto della NKL, lo sta ostaccolando una cooperazione con altri contadini che sono costretti a vendere i loro prodotti sul mercato? Nella rete ci sono delle conoscenze e
competenze agricole ben diverse. Questa gerarchia crea delle difficoltà nelle discussioni ed anche nel processo decisionale.
3) Problemi interni: Ci sono delle visioni differenti nel gruppo. Quale peso dovrebbe avere l´agricoltura nel ´Karlshof´? Come scopo centrale della NKL abbiamo espresso un orientamento ai bisogni nella produzione agricola. Ma spesso i nostri propri bisogni stanno in seconda linea. Quali sono i nostri bisogni nella divisione dei lavori, nella produzione e nella rete NKL?
4) Mancanza di struttura: C´è forte un bisogno di una trasparenza più ampia ed una strutturazione maggiore dei processi pratici. La NKL è aperta, ma allo stesso tempo sono richiesti degli impegni responsabili. Da lì spesso nascono irritazioni e stress e nasce la domanda: Quanto aperta immaginiamo la rete NKL e quali strutture di comuncazione e divisione dei lavori sono adeguate?
5) Riflessione teorica ed interna: C´è un forte bisogno di riflettere in modo più continuativo l´esperienza della NKL. Finora questo concetto è stato ancora molto legato al ´Karlshof´. Non si sono formati alre basi. Come si può estendere il concetto della ´NKL´ dentro il ´Karlshof´ ed altrove? I metodi del nostro lavoro concordano con gli scopi? Riusciamo a realizzare gli scopi anticapitalistici?
Nell`arco dell` ultimo anno abbiamo fatti i primi passi di affrontare queste problematiche nel interno della rete ´NKL´. Per la copertura dei costi ci si sta ora orientando verso una ´economia dei contributi´, ciò significa che partecipanti alla rete danno un contributo fisso e continuativo.
In questo modo si crea una base più solida….In alcuni campi si cerca di distribuire le responsabilità su più sballe realizzando una rotazione di certe responsabilità….Altre domande aperte affronteremo nei prossimi mesi.
Concludendo cito la relazione di un`attivista della PAG.
´L´economia dell´appropriazione contro l´economia dell` equilibrio Forme di una economia solidale´
´Economia solidale´ è il termine generale per tutte le forme dello scambio dei beni che tiene conto dell´utilità per gli altri e per se stessi. Invece di puntare sulla concorrenza, essa si basa sulla cooperazione. Nell ´economia dominante ognuno tende ad imporre i propri interessi a scapito
degli altri….
L´economia solidale si basa invece su pensieri circolari ed un agire reciproco; vuol dire: chi danneggia l´insieme, danneggia anche se stesso. Essa si basa su un equilibrio fra dare e ricevere….
Perciò la chiamo in contrasto con l´economia dell`appropriazione anche economia dell` equilibrio. Distinguo tre forme dell´economia solidale: l´economia dello scambio leale, l´economia del dono e l´economia del contributo………
Nell´economia dello scambio in genere i prodotti o servizi vengono quantificati e paragonati nel loro valore. in una economia solidale entrambi le parti si autoobbligano alla ricerca di una valorizzazione ´giusta´.
L´economia del dono si basa su un equilibrio relativo tra dare e ricevere in un contesto sociale, dove tutti prendono atto degli altri ed ognuno guarda al benessere degli altri come al proprio. Si regala, si aiuta, si divide, senza chiedersi quando si riceve qualcosa in dietro, ma nella fiducia che gli altri stanno agendo allo stesso modo…..
L´economia del contributo segue i vecchi princìpi del lavoro in comune, al quale tutti gli interessati partecipano secondo le proprie potenzialità. La partecipazione al risultato dei lavori non dipende dal contributo dato.
Le possibilità migliori per far crescere un`economia solidale vedo nella realizzazione di tutte le tre forme; ognuna secondo le condizioni: produzione collettiva e cassa comune ( economia del contributo ); in contesti vicini, dipendenti dal livello di fiducia raggiunto ( l´economia del dono ) e lì, dove lo scambio diretto basato nella fiducia reciproca non è realizzabile e si ha bisogno di contratti chiari, produzione e scambio leale di prodotti e servizi ( economia dello scambio ).